Il papa, invitato
a tenere una Lezione all’università La Sapienza di Roma, è stato respinto al mittente da
una levata di scudi di 63 (o 67?) professori di quell’ateneo, i quali hanno
inalberato il solito Galileo e riesumato la consueta paccottiglia scientista.
Anche
chi ha difeso il diritto del papa di parlare, come il filosofo Zecchi («Il
Giornale» 14 gennaio 2008) non ha saputo trovare di meglio che perle come
questa: il cardinale Bellarmino si sarebbe rifiutato di guardare nel telescopio
di Galileo. Ora, a parte il fatto che s. Roberto Bellarmino è Dottore della
Chiesa (scusate se è poco) e insegnava astronomia a Lovanio, e che a rifiutarsi
di guardare nel cannocchiale erano i colleghi laici di Galileo (quest’ultimo li
chiamava sprezzantemente «la piccionaia» dal nome del loro leader, Ludovico
Delle Colombe), la moderna epistemologia dice che in quel processo aveva
ragione la Chiesa
e torto Galileo, perché non era la
Chiesa a metter bocca nella scienza ma Galileo a voler fare
il teologo.
Il punto è che l’università è un’invenzione
della Chiesa che nel XIX secolo i massoni scipparono, facendosela a loro volta
scippare dai comunisti nel XX, quando, col Sessantotto, i «baroni» vennero
sostituiti da tribuni della plebe che salirono in cattedra a bastonate e «18
politico», nonché «esami collettivi». Ancora oggi, comunque, per un posto
«accademico» c’è chi accoltellerebbe la mamma, dato l’ottimo stipendio e il
quasi non-obbligo di tenere lezioni.
La casta si
autoinveste di infallibilità, spregiando come «non scientifico» ogni scritto
che non disponga di migliaia di note a piè pagina e altrettanti titoli di
bibliografia, anche se lo scritto in questione consta di tre righe. Sono
esperti di Storia della Filatelia nella Prima Metà del XIX Secolo e di Fenomenologia
della Comunicazione Tribale nei Paesi Afro-Asiatici quelli che danno la laurea honoris
causa a Vasco e/o Valentino Rossi ma non vogliono che il massimo teologo del
mondo metta piede in posti pomposamente chiamati La Sapienza. E’ vero, non si può
fare di ogni erba un fascio; ma forse sì di ogni squadra & compasso e di
ogni falce & martello.
Un’ultima cosa: la pretesa di
assoluta autonomia da parte della scienza, inaugurata con Galileo, conduce
dritto alla bomba atomica e agli odierni embrioni-chimera. Neanche Galileo ci
starebbe (v. il mio «Il caso Galileo», Quaderni del Timone: info@iltimone.org).
Tratto da http://www.rinocammilleri.it/beyondengine/frontend/exec.php