ANGLICANI: INCOMBE LO SCISMA DOPO IL SI' ALLE DONNE VESCOVO
LONDRA - Sempre più a rischio di scisma la Chiesa Anglicana: il Sinodo Generale, riunito a York, ha dato definitiva luce verde alla controversa consacrazione vescovile delle donne e a sorpresa ha bocciato un "pacchetto di salvaguardie" per quella parte tradizionalista di clero e di fedeli che insiste perché ci siano soltanto sacerdoti maschi a capo delle diocesi. Al Sinodo era emersa la possibilità che le parrocchie ostili alla novità fossero autorizzate a fare riferimento ad un 'super-vescovo' di sesso maschile ma quest'ipotesi di compromesso non è passata: la maggior parte dei 446 delegati del Sinodo vi ha visto la conferma di una 'discriminazione istituzionale' nei confronti delle donne e si è limitata a promettere genericamente la messa a punto di un "codice nazionale di condotta" in materia.
Il codice sarà preparato per una riunione del Sinodo in calendario per il febbraio dell'anno prossimo ma è molto probabile che centinaia di preti e vescovi conservatori - molto vicini al mondo cattolico, tanto da essere chiamati 'anglo-catholic' - non aspetteranno altri sette mesi e abbandoneranno senza ulteriori indugi la Chiesa Anglicana, lacerata anche dalla questione se sia ammissibile la consacrazione vescovile di preti dichiaratamente gay. La Chiesa Anglicana ha già conosciuto una grossa emorragia (a vantaggio dei 'papisti') quando nel 1994 ha autorizzato tra mille polemiche l'ordinazione femminile. Allora se ne andarono cinquecento sacerdoti. L'esodo per le donne vescovo si profila ancora più massiccio, potrebbe interessare almeno milletrecento membri del clero (tra cui undici vescovi) e qualche milione di fedeli.
Al Sinodo Generale i 'liberali pro-femministi' hanno comunque vinto ieri alla grande al momento del voto: il sì definitivo alle donne vescovo (dopo un primo nulla-osta di tre anni fa) è passato con una maggioranza di due terzi malgrado i tradizionalisti giudichino eretica la novità, a loro avviso contraria alla lettera e allo spirito del Vangelo. Era già tutto da dimostrare che il compromesso dei 'super-vescovi' di sesso maschile come punti di riferimento per le parrocchie tradizionaliste potesse bastare a preservare l'unità della Chiesa Anglicana e lo spettro dello scisma è dunque oggi più concreto che mai. Non a caso, nelle settimane scorse un autorevole gruppo di vescovi anglicani avrebbe già aperto, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa britannica non confermate né smentite dalla Santa Sede, un canale segreto di dialogo con il Vaticano in vista di "legami più stretti con Roma".
Il rischio di scissione non è tra l'altro limitato alla Chiesa Anglicana all'interno del Regno Unito (dove ha rango di religione ufficiale) ma sconquassa tutta la Comunione Anglicana, che è presente in molte ex-colonie britanniche e nel complesso conta circa ottanta milioni di fedeli. Nove giorni fa a Gerusalemme trecento vescovi anglicani tradizionalisti - in rappresentanza soprattutto di diocesi di Asia, Africa e Australia - hanno avviato la marcia di distacco quando hanno deciso di organizzarsi in "chiesa dentro la chiesa" con un proprio clero e con propri seminari e hanno avvertito che non riconosceranno più come indiscutibile autorità suprema l'arcivescovo di Canterbury, a loro giudizio succube dei 'liberali'.
Mar Lug 08, 2008 4:49 pm
