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 Lettera di don Paolo Farinella al Card. Bagnasco

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Francesco B.
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MessaggioTitolo: Lettera di don Paolo Farinella al Card. Bagnasco   Lettera di don Paolo Farinella al Card. Bagnasco Icon_minitimeGio Giu 25, 2009 9:28 am

LETTERA A BAGNASCO

«Da Noemi a Mills: i vescovi e quella complice cortina d’incenso»

Don Paolo Farinella

La collusione sulla questione morale del premier «Le prese di posizione
della Cei sono un brodino imbevibile, assistete allo sfacelo del Paese
ciechi e afoni. Avete fatto il diavolo a quattro sui Dico e su Prodi ma
tacete su un uomo che predica i valori cattolici e poi li mortifica»

Egregio sig. Cardinale Angelo Bagnasco, viviamo nella stessa città e
apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Ho letto la sua
prolusione alla 59° assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e
anche la sua conferenza stampa del29 maggio 2009.
Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato – o
meglio non ha trattato – la questione morale (o immorale?) che investe
il nostro Paese a causa dei comportamenti del premier, ormai dimostrati
in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro
sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione
della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta
politica. Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole
fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento.

Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa
pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare
minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo
descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio ».
Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è
corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come
strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della
morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha
trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a
scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della
Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure
lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo
del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del
degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di
forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo
sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina
di incenso che impedisce loro di vedere la «verità » che è la nuda
«realtà». Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze
(Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome
dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se
non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché
non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante,
Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare
che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi
permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra
della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi
cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha
avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private,
ponendo da sé in relazione i due fatti. È forse un avvertimento che se
non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il
governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei
cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere
l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le
offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però,
sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della
Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se
i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che
non è grave e passano sopra agli stili di vita sessuale con harem
incorporato, al metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e
sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici
lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di
corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il
nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete complici,
sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la
portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato
questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il
sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia
maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è
un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro
50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non
dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la
legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a
fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della
famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di
minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che
con uomini simili non avete nulla da spartire? Perché
non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati,
consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un
decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro?
Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al
suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una
bianca?

Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché
non dite che i cattolici che lo sostengono sono corresponsabili e
complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna?
Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che ne l390 impedì a
Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l'imperatore é
nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello
d’oro.

Io e,mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei
e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il
vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per
opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una
maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali
provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi
qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e
istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro
silenzio che è un silenzio d’oro? Mi permetta di richiamare alla sua
memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario
di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai
regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi
non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma
dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico
che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non
ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci
la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma
verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci
colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa
con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro».

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi
esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza
alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza
delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno
grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la
sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere»
porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

(testo per concessione del settimanale online
«Domani», http://domani.arcoiris.tv) a inchieste@unità.it
Inchieste, attualità, mondo
nel settimanale online
Il movimento per la riforma
della Chiesa cattolica
http://domani.arcoiris.tv www.noisiamochiesa.org

Curriculum di Don Farinella

Una laurea in teologia, poi una in teologia Biblicae Scienze Bibliche e Archeologiche.

Paolo Farinella ha studiato lingue orientali all’università di Gerusalemme: ebraico,
aramaico, greco. In quello stesso ateneo ha insegnato teologia per
sette anni. Poi è tornato in Italia e ha deciso di fare il parroco a
Genova, la sua città.

I suoi ultimi libri: «Bibbia, parole, segreti,misteri»e«Ritorno all’antica Messa»,editore Gabrielli.
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http://www.liberovolo.forumattivo.com
 
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