Su Roma risplende la
luce della tradizione
di Bruno Volpe
CITTA’ DEL VATICANO - Per due
giorni, nel silenzio pressoche' totale della cosiddetta grande stampa italiana,la Citta' Eterna ospita l'assise mondiale delle federazioni ‘Una Voce’,cioe' i movimenti associativi dei fedeli tradizionalisti. La scelta di Roma, il luogo voluto da Cristo come sede dei successori di Pietro, non e' affatto casuale: dimostra la piena, assoluta, leale fedelta' di questi cattolici al Papa. Il Congresso cade, peraltro, nell'anno in cui il Santo Padre Benedetto XVI, vincendo antiche e purtroppo sempre attuali resistenze moderniste e progressiste, ha pubblicato il Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’ che ha liberalizzato la cosiddetta Messa tridentina, quella celebrata, secondo i libri liturgici di San Pio V (modificati in parte da Giovanni XXIII) con il sacerdote di spalle ai fedeli (rivolto ad Oriente, verso il Crocifisso), la funzione in latino, il canto gregoriano e la Comunione in ginocchio. Come ampiamente previsto, il Motu Proprio ha scatenato reazioni favorevoli ma anche ostili, all'interno stesso della Chiesa, con vili e pubblici atti di disobbedienza al Papa. Dalle colonne di questo giornale, sia pure umilmente, è da Luglio, mese di promulgazione del documento pontificio, che denunciamo la mancata fedeltà al Capo della Chiesa sull’applicazione del Motu Proprio da parte di numerosi e autorevoli esponenti del clero. Occorre quindi ribadire con fermezza, senza esitazioni, che nessun Pastore e' legittimato a mettere in dubbio le decisioni del Papa, ne' tantomeno ad insultare i fedeli tradizionalisti (un autorevole Vescovo, per giunta Cardinale, li ha addirittura definiti ‘i picchiati del latino’) in nome di un vuoto, effimero ed inutile modernismo che ha prodotto, sin qui, una caterva di abusi liturgici. Non vogliamo mettere in discussione la validita' del Vaticano II, ma dopo il Concilio, che non fu di rottura ma di continuita' con la Tradizione e il Magistero della Chiesa, e dunque anche con il glorioso Concilio di Trento, si sono verificati durante la celebrazione delle Sante Messe, innumerevoli abusi liturgici talmente gravi da essere definiti dallo stesso Benedetto XVI ‘al limite del sopportabile’. La celebrazione con il ‘Novus Ordo’ non e' antitetica a quella con il messale di San Pio V: l'esistenza libera di quest'ultimo nulla toglie ai sostenitori del nuovo che avanza, ma rappresenta solo un atto di liberta' e giustizia per quei fedeli che vogliono continuare a camminare nel solco della tradizione. Non esistono presente e futuro senza passato. E allora, ai fedeli tradizionalisti riuniti nell’assise romana va il nostro sincero augurio perche' possano e sappiano far valere, con il rigore della ragione, le loro posizioni. Buon lavoro specialmente al Dottor Riccardo Turrini Vita, silenzioso ed efficiente Presidente di ‘Una Voce Italia’, che ha lavorato sodo,affrontando battaglie difficili e qualche colpo basso.